I buoni propositi per il 2019 di Zuckerberg: parlare di tecnologia

I buoni propositi per il 2019 di Mark Zuckerberg prevedono il tenere conferenze pubbliche in merito a tecnologia e società

Piuttosto che concentrarsi solo sui problemi di Facebook, i buoni propositi di Mark Zuckerberg per il 2019 sono dedicati alla discussione, a rendere pubbliche le sue riflessioni e dare anche visibilità al punto di vista degli altri.

Zuckerberg ha annunciato che i suoi buoni propositi per il 2019 sono quelli di “ospitare una serie di dibattiti pubblici sul futuro della tecnologia nella società, le opportunità, le sfide, le speranze e le ansie”. Ha in programma di ospitare conversazioni con diversi leader, esperti e membri della comunità in una varietà di format e luoghi, anche se saranno tutti visibili pubblicamente dai suoi account Facebook e Instagram o sui media tradizionali.

Zuckerberg: Dibattiti pubblici e confronto i buoni propositi 2019

Questa non è la prima volta che Zuckerberg ha tenuto una serie di discorsi pubblici. Ha già condotto sessioni di domande e risposte nel 2014 e 2015 per rispondere alle richieste dirette dai suoi utenti. L’idea di Facebook Reactions per esprimere emozioni al di là del “Mi piace” è emersa per la prima volta durante queste conversazioni.

Dalla sua iniziale formulazione dei buoni propositi e delle sfide per il 2019, però, sembra già che Zuckerberg consideri Facebook come la risposta a molte delle questioni che riguardano la società.

Anche Facebook fa parte dei buoni propositi

Zuckerberg si è interrogato su grandi temi: “ci sono così tante grandi domande sul mondo in cui vogliamo vivere e sul ruolo della tecnologia in questo mondo. Vogliamo che la tecnologia continui a dare voce alla gente, o i controllori tradizionali controlleranno quali idee possono essere espresse? Dovremmo decentralizzare l’autorità attraverso la crittografia o altri mezzi per mettere più potere nelle mani delle persone? In un mondo in cui molte comunità fisiche si stanno indebolendo, che ruolo può avere internet nel rafforzare il nostro tessuto sociale?”

Le risposte implicite chiaramente sono che “le persone dovrebbero fare sentire la propria voce tramite Facebook”, “le persone dovrebbero usare l’app chat di Facebook con crittografia che è WhatsApp” e “gli utenti dovrebbero collaborare attraverso i gruppi Facebook”. Speriamo che i convegni riguarderanno anche il modo in cui troppi social media possono avere un impatto sulla polarizzazione della società, l’immagine di sé e la concentrazione.

È bello che uno dei leader de facto del mondo intenda fare luce sui suoi pensieri, ma, dato che Zuckerberg è incline ad attenersi ai suoi punti di discussione prefissati, il pubblico potrebbe, forse, trarre maggior vantaggio da conversazioni con moderatori che non danno al CEO tutte le domande in anticipo.

Ascoltare le candide riflessioni di Zuckerberg sui compromessi necessari per “avvicinare il mondo” o “rendere il mondo più aperto e connesso” potrebbe aiutare gli utenti a determinare quali interessi abbiano a cuore.

I buoni propositi di Zuckerberg negli altri anni:

2009 – Indossare una cravatta  ogni giorno

2010 – Imparare il cinese mandarino

2011 – Mangiare solo animali che ha ucciso di persona

2012 – Scrivere codice ogni giorno

2013 – Incontrare una nuova persona che non è un impiegato di Facebook ogni giorno

2014 – Scrivere una nota di ringraziamento ogni giorno

2015 – Leggere un nuovo libro ogni due settimane

2016 – Realizzare un assistente domestico di intelligenza artificiale come Jarvis di Iron Man

2017 – Visitare tutti i 50 stati e parlare con le persone del posto

2018 – Risolvere i problemi di Facebook (forse questo non gli è riuscito tento bene…)

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I buoni propositi per il 2019 di Zuckerberg: parlare di tecnologia - Ultima modifica: 2019-01-10T08:05:21+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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