La digitalizzazione delle università italiane

A che punto è la digitalizzazione delle università italiane? Sono complesse e numerosele sfide che la trasformazione digitale impone all’IT di un Ateneo

A che punto è la digitalizzazione delle università italiane? Sono complesse e numerose le sfide che la trasformazione digitale impone all’IT di un Ateneo

di Massimo Canorro

Dall’esigenza di digitalizzare i servizi destinati a studenti, ricercatori e docenti all’importanza di sostenere le nuove modalità didattiche fondate su contenuti multimediali, alla necessità di fornire all’amministrazione una serie di strumenti utili per migliorare la gestione e la pianificazione.

L’imperativo? Perseguire un modello di integrazione delle nuove tecnologie all’interno delle università.

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La digitalizzazione delle Università italiane le sta trasformando

La digitalizzazione delle università italiane: Università di Firenze

Come ritiene Enrico Vicario, Direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Firenze, “l’università ha diverse missioni: la didattica, la ricerca, il trasferimento tecnologico. La tecnologia dell’informazione è impattante su tutti e tre gli ambiti”.

In particolare, tanto nella ricerca quanto nella didattica è stato semplificato e migliorato l’accesso alle fonti sulle quali è possibile acquisire conoscenza e capacità. “Motori di ricerca come Google Scholar, database come Scopus e librerie digitali scientifiche specializzate grazie alle quali il costo di accesso alla conoscenza viene abbattuto, a vantaggio di nuovi meccanismi di indagine.

Lo stesso vale per la possibilità di fruire con facilità di materiali formativi, libri, note, esercizi, tutorial”, circoscrive Vicario. E ancora, la diffusione e la condivisione di contenuti a livelli differenti (“mediante pagine web, piattaforme come Moodle o GitHub o corsi in tipologia Mooc”), l’interazione – “attraverso le mail, i social network e le piattaforme di instant messaging e telefonia VoIP come WhatsApp, Telegram, Skype, Hangouts o WebEx” nonché gli strumenti di produttività (“l’evoluzione tecnologica digitale ha ridotto l’attrito fisico del mezzo, facendo diventare preminente il ruolo di elaborazione concettuale”).
Al contempo, Vicario considera che le nuove tecnologie possono essere determinanti “nel migliorare la metodologia di utilizzo degli strumenti innovativi, reingegnerizzare i processi amministrativi, qualificare lo sviluppo di un ecosistema di applicazioni e servizi a supporto della digitalizzazione degli atenei, incrementare l’utilizzo di tecnologie digitali nella formazione e ottimizzare la metodologia e la capacità di interpretazione dei dati di reputazione”.

Enrico Vicario, Direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’ Università di Firenze

Enrico Vicario, Direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Firenze

L’ICT nella gestione dei processi dell’ università di Siena

“Assistiamo a una progressiva digitalizzazione e dematerializzazione delle procedure, congiuntamente alla creazione di servizi che forniscono un valore aggiunto a supporto delle attività istituzionali” prosegue Marco Maggini, Professore del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e Scienze Matematiche e delegato del Rettore all’Innovazione presso l’Università di Siena.

“In merito ai risultati raggiunti mi preme sottolineare il libretto studenti dematerializzato con la gestione online di esami e carriera – anche attraverso app per smartphone –, la gestione online della valutazione della didattica, la dematerializzazione delle procedure di gestione dell’offerta formativa, delle attività dei docenti e delle carriere degli studenti con sistemi informativi integrati che permettono di gestire il processo dalla progettazione all’erogazione”, spiega Maggini. Ricordando, in termine di ulteriori vantaggi apportati dall’innovazione alle università, “la realizzazione di strumenti di supporto all’internazionalizzazione – come portali online per la promozione dei corsi di studio – l’adozione di strumenti di e-government per la gestione del personale e per l’anagrafe della ricerca, la creazione di una infrastruttura di e-learning di supporto alla didattica frontale e a distanza”, Maggini evidenzia che “i nuovi sviluppi nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale, dei Big Data e degli algoritmi della Data Science, creano spazi per l’introduzione di ulteriori innovazioni nei servizi e negli strumenti a disposizione delle università. Tecniche di Intelligenza Artificiale e tecnologie per l’e-learning possono essere utilizzate per la comunicazione e il supporto agli studenti”.

Marco Maggini, Professore del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e Scienze Matematiche e delegato del Rettore all’Innovazione presso l’ Università di Siena

Marco Maggini, Professore del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e Scienze Matematiche e delegato del Rettore all’Innovazione presso l’Università di Siena

Web e mobile in università: Università di Bologna

L’incidenza dei canali web, del mobile e dell’accessibilità nell’ambito delle strategie di comunicazione online per le università rappresenta un aspetto imprescindibile per Alma Mater Studiorium – Università di Bologna, come illustra Paola Salomoni, Prorettrice alle tecnologie digitali di Unibo. “Abbiamo all’attivo numerosi progetti innovativi e fortemente tecnologici”.

Nel dettaglio, a determinare un forte impatto tecnologico sull’Università di Bologna sono “i progetti relativi all’infrastruttura ICT, come – ad esempio – il rinnovamento in corso delle linee telefoniche fisse grazie al progetto VoIP open source, che pone uno stop alle centraline telefoniche, alle infrastrutture obsolete e allo spreco delle linee”. Con quali vantaggi? “Il passaggio al VoIP consente di usare esclusivamente tecnologie open source gratuite e, in parallelo, permette di sfruttare un’unica rete, tutta interna all’università, per la trasmissione dei dati e della voce”, risponde Salomoni.
Quando si parla dell’Università di Bologna, è impossibile non menzionare “le app ideate per gli studenti e i servizi digitali per la comunità studentesca nonché le tecnologie per la didattica, i progetti per la semplificazione e la dematerializzazione dei processi”, spiega la Prorettrice per le tecnologie digitali di Unibo. Quindi Salomoni sottolinea “le attività di innovazione delle tecnologie e dematerializzazione e i progetti web e social che sono divenuti punti informativi di fondamentale importanza per la nostra comunità”.
Particolare merito va ascritto ai portali istituzionali – da Unibo a Unibo Magazine ad Alma 2021 – e ai profili social (Facebook, Instagram, YouTube, Twitter, LinkedIn) “grazie ai quali gli utenti riescono a reperire, in modo rapido, le informazioni e i servizi e a dialogare in tempo reale con i nostri uffici”.

Paola Salomoni, Prorettrice alle tecnologie digitali di Unibo università

Paola Salomoni, Prorettrice alle tecnologie digitali di Unibo

La security nell’Università di Padova

La mole sempre maggiore dei dati trattati in rete e il numero, in continua crescita, dei servizi erogati online, rendono indispensabile assicurare un elevato standard di sicurezza informatica. “Il nostro Ateneo ricorre a un ampio utilizzo di reti e sistemi informativi”, evidenzia Mauro Conti, Responsabile Security and Privacy Research Group dell’Università di Padova. “La sicurezza informatica si occupa in larga parte di proteggere da attacchi di tipo cyber, ma oltre la sicurezza fisica bisogna anche formare le persone, sensibilizzandole ai rischi che corrono con condotte incaute”. Organizzazione e assegnazione di responsabilità: vere e proprie best practice legate alla protezione. In quest’ottica l’Università di Padova, in collaborazione con il gruppo di ricerca sulla sicurezza informatica del professor Conti, ha adottato un’analisi del rischio perimetrale volta ad evidenziare eventuali problemi di sicurezza.
Particolare attenzione viene dedicata alle biblioteche dell’Università. “A fronte di un patrimonio cartaceo costituito da 2.077.876 documenti, tra libri e periodici scientifici, la biblioteca digitale di Ateneo mette a disposizione di studenti e ricercatori 46.011 periodici elettronici in abbonamento, 116.230 libri elettronici, oltre 300 banche dati e 35.461 tesi di laurea consultabili anche da fuori rete di Ateneo, dall’Italia e dall’estero, 24 ore su 24”. A queste risorse si sommano quelle direttamente digitalizzate dalle biblioteche dell’Università, “ovvero 330.109 oggetti digitali accessibili a tutti nell’archivio istituzionale Phaidra – ai fini della conservazione e valorizzazione del patrimonio documentale”. Senza dimenticare la didattica online. “L’Ateno sta avviando un’azione sempre più incisiva di investimenti in Digital Learning e Multimedia, in termini diretti e indiretti, pari a 300mila euro all’anno”, prosegue Conti.
E nell’ambito della comunicazione editoriale? “Dallo scorso maggio tutte le testate giornalistiche di Ateneo si sono fuse in un unico web magazine cross-mediale, Il Bo Live, nel quale scoperte, ricerche, eventi e approfondimenti – con ospiti internazionali – vengono raccontati intrecciando e mescolando i diversi linguaggi del web: dai podcast ai video YouTube, dai social al primo blog di Università”, conclude.

Mauro Conti, Responsabile Security and Privacy Research Group dell’ Università di Padova

Mauro Conti, Responsabile Security and Privacy Research Group dell’Università di Padova


La digitalizzazione delle università italiane - Ultima modifica: 2018-11-09T07:23:57+00:00 da Francesco Marino

Giornalista esperto di tecnologia, da oltre 20 anni si occupa di innovazione, mondo digitale, hardware, software e social. È stato direttore editoriale della rivista scientifica Newton e ha lavorato per 11 anni al Gruppo Sole 24 Ore. È il fondatore e direttore responsabile di Digitalic

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