Come lo smartphone può rovinarti le vacanze

Dagli Usa arrivano ricerche e approfondimenti sugli svantaggi di guardare spesso lo smartphone nel mezzo delle vacanze, tanto che farlo potrebbe intaccare i bei ricordi.

L’utilizzo dello smartphone durante le vacanze può essere nocivo. È questa la tesi di una ricercatrice statunitense che ha analizzato l’uso dei cellulari durante le ferie. In un’epoca in cui i dispositivi elettronici sono diventati parte integrante della nostra vita, è difficile immaginare di passare un giorno senza controllare il proprio. D’altronde, questi prodotti hanno rivoluzionato il modo in cui comunichiamo, lavoriamo e ci intratteniamo. Tuttavia, per quanto abbiano portato comodità e connettività, gli smartphone hanno anche un lato negativo, in particolare per quanto riguarda i nostri momenti liberi come le attese vacanze.

Come lo smartphone può rovinare le vacanze

Pro e contro del cellulare in vacanza

È quantomeno difficile, se non impossibile, abbandonare completamente il telefono quando si viaggia. Il dispositivo funge ormai da biglietto aereo, carta di credito e guida turistica tramite il prezioso Gps. Nell’era dei menu con codice QR, inoltre, spesso è necessario il telefono per conoscere i piatti di un ristorante. In alcuni hotel, diventa addirittura la chiave della stanza. Il problema è che una volta che si guarda il cellulare per una sola cosa utile, è facile farsi risucchiare da contenuti e social media. Gli effetti negativi dell’uso del telefono possono annullare alcuni dei suoi vantaggi, ha spiegato Alixandra Barasch, docente di marketing presso la Leeds School of Business dell’Università del Colorado. La professoressa ha citato l’esempio specifico dello fotografie: le sue ricerche hanno dimostrato che scattare foto aumenta il piacere nelle esperienze positive e può portare le persone a ricordare meglio ciò che hanno visto. Ma quando la persona va a postare la foto appena scattata sui social media, lo scenario cambia. “Ogni volta che i social media o altri tipi di condivisione entrano a far parte dell’esperienza, in realtà allontanano i benefici dello scattare foto perché gli utenti pensano a come gli altri vedranno la loro vita e le loro esperienze”, ha detto Barasch.

Il problema distrazione

Usare troppo lo smartphone nelle vacanze può far sentire più ansiosi e, cosa forse più sorprendente, più annoiati. Ovvero proprio l’opposto di ciò che ci si prefigge di ottenere quando si è in vacanza. Andrew Lepp, professore della Kent State University che studia l’impatto dei telefoni cellulari e dei social media sul comportamento, ha dichiarato che solo 15 minuti passati a fissare i social media sullo smartphone possono causare un aumento della noia e una diminuzione delle emozioni positive. “C’è uno strumento funzionale nella tecnologia che facilita la nostra esperienza, ma la comodità di averla in mano ci fa cadere nella trappola di affidarci troppo ad essa per documentare quando forse sarebbe meglio sperimentare” ha spiegato Lepp.

Come usare lo smartphone in vacanza

Non c’è un modo infallibile per essere sicuri di non sabotare il prossimo viaggio perché non si riesce a staccarsi dal telefono. Secondo gli esperti, è una buona idea cercare di stabilire dei limiti di tempo di utilizzo: si possono eliminare del tutto alcune applicazioni, oppure si può semplicemente cercare di stare alla larga in modo più intenzionale. “Ciò richiede un certo autocontrollo e la ricerca dimostra che se c’è una cosa con cui gli esseri umani hanno difficoltà è fare le cose che dicono di voler fare”, ha detto Barasch. Insomma, la forza di volontà è l’arma migliore per non farsi risucchiare dallo smartphone nelle vacanze, ma qualche trucco come disinstallare certe app o imporre un limite di tempo all’utilizzo potrebbe facilitare l’esperienza. E farci finalmente godere le vacanze senza distrazioni se non quelle del viaggio.

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Come lo smartphone può rovinarti le vacanze - Ultima modifica: 2023-05-28T08:28:06+00:00 da Andrea Indiano

Giornalista con la passione per il cinema e le innovazioni, attento alle tematiche ambientali, ha vissuto per anni a Los Angeles da dove ha collaborato con diverse testate italiane. Ha studiato a Venezia e in Giappone, autore dei libri "Hollywood Noir" e "Settology".

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