In Indonesia una startup californiana ha trovato un modo per allontanare i bracconieri e proteggere gli alberi e gli animali grazie a cellulari in disuso.
Incollare dei vecchi cellulari agli alberi per captare i suoni di motoseghe e altri strumenti usati illegalmente dai bracconieri per disboscare le foreste: è questa l’innovativa idea venuta al californiano Topher White che l’ha fatta diventare una startup vera e propria. Rainforest Connection è il nome dell’azienda di White che utilizza cellulari in disuso per proteggere l’ambiente. Per ora l’esperimento si è svolto con buon successo in Indonesia e per questo lo studioso americano spera di espandere il proprio progetto altrove. Basterà trovare altri smartphone vecchi, ma visti i tanti modelli che ogni mese escono sul mercato non sarà difficile.
Intelligenza artificiale e vecchi cellulari per proteggere la natura
Secondo i dati forniti dalla stessa startup non profit Rainforest Connection, la deforestazione illegale è il secondo maggior contributo al cambiamento climatico dopo l’inquinamento: eliminare gli alberi e la loro capacità di immagazzinare anidride carbonica, infatti, contribuisce in modo significativo al riscaldamento globale.
La loro soluzione è tanto ambiziosa quanto innovativa: “Sistemiamo vecchi telefoni cellulari sugli alberi in modo che possono ascoltare e registrare tutti i suoni della foresta: li chiamiamo guardiani – ha detto White – questi smartphone trasmettono l’audio in un cloud speciale collegato a un programma con intelligenza artificiale in grado di riconoscere i rumori di motoseghe e camion. In questo modo possiamo inviare avvisi in tempo reale ai partner locali che possono catturare i malviventi sul posto”.
Una trovata geniale che dopo i buoni risultati in Indonesia verrà portata anche in Brasile nella foresta amazzonica e, si spera, in altri polmoni verdi della Terra a breve.
La storia di Rainforest Connection
Fondata da White nel 2014, Rainforest Connection è nata grazie a una campagna Kickstarter di successo che si è trasformata in una startup vera e propria. La ditta è stata in grado di avviare un progetto per salvare il pianeta utilizzando solo telefoni cellulari riciclati e pannelli solari che servono a ricaricare gli smartphone attaccati agli alberi.
Con un tempo di risposta di soli tre minuti, i telefoni guardiani della foresta ascoltano i suoni che entrano nel loro raggio di copertura. Misurando i dati raccolti, White e soci sono in grado di identificare i rumori rivelatori della presenza dell’uomo in luoghi dove non dovrebbero essercene: taglialegna, bracconieri o trafficanti di stupefacenti si muovono spesso in questi luoghi per sfuggire alle autorità. Oltre a proteggere il globo dagli effetti della deforestazione, i cellulari di Rainforest Connection facilitano la protezione delle specie in pericolo e persino la reintroduzione di specie minacciate. Ad oggi la startup ha avviato progetti di monitoraggio, prevenzione e protezione in varie nazioni. “Attualmente stiamo coprendo circa 2.500 kmq di foresta pluviale in dieci paesi. Abbiamo intenzione di aggiungere altri 4.000 kmq in 20 paesi” ha rivelato il fondatore.
L’importanza della startup nelle foreste
“Salvare le foreste pluviali è la chiave per proteggere il nostro pianeta – spiegano quelli di Rainforest Connection nel loro sito rfcx.org – siamo pronti a mettere le nostre tecnologie nelle mani di associazioni impegnate sul campo per combattere chi vuole causare danni al pianeta. Il nostro obiettivo è di garantire che i bracconieri non abbiano più libertà di muoversi. In Africa siamo stati in grado di dimostrare che la protezione e il monitoraggio di una strada chiave utilizzata dai malfattori potrebbe consentire la protezione di una più ampia area della foresta”.
La salvezza degli animali e delle aree verdi del mondo passa anche dai vecchi cellulari.