Smart working in 3D: ologrammi per lavorare coi colleghi

Lavoreremo in 3D: ologrammi per lo smart working che cambia e vedremo figure virtuali a tre dimensioni e realtà aumentata dei colleghi

Smart working in 3d: ologrammi dei colleghi nella stanza dove si lavora per migliorare la produzione e rendere lo smartworking da casa meno alienante. È l’idea di Spatial, una startup americana che ha sviluppato una piattaforma di collaborazione olografica capace di far lavorare insieme gli utenti attraverso l’uso di avatar in 3D. Un ulteriore passo avanti oltre le chat di gruppo e i programmi come Zoom, Slack, Hangout di Google e Teams di Microsoft che favoriscono le riunioni in remoto e per questo hanno visto aumentare i download durante la pandemia da Covid-19. Spatial ha già raccolto ben 22 milioni di dollari in finanziamenti e l’utilizzo nella Silicon Valley del programma degli ologrammi è sempre più diffuso.

Olgrammi Smart Working 3D-

Ologrammi per lo smart working

La tecnologia di Spatial è costruita per essere utilizzabile con i visori AR come Microsoft HoloLens e Oculus Quest, ma potrà essere adoperata anche attraverso un dispositivo mobile Android e iPhone oppure tramite personal computer. Il progetto principale della startup è quello di collocare gli utenti in delle stanze virtuali dove possono interloquire oppure modificare modelli e progetti. Ma l’unicità è quella di far apparire i partecipanti come ologrammi in tre dimensioni dotati di volti e capaci di muovere la testa e le mani nello spazio virtuale. Un programma di realtà aumentata che, in caso di assenza di visori, potrà essere testato con degli avatar virtuali creati osservando le fattezze degli utenti tramite la fotocamera. In vista di un imminente futuro in cui i contatti fra sconosciuti saranno meno diffusi per evitare la diffusione del coronavirus, riunioni e meeting di lavoro saranno più sicure se attuate virtualmente e gli ologrammi di Spatial doneranno maggiore umanità a questi incontri online.

Realtà aumentata e avatar in 3D

Le esperienze virtuali e in realtà aumentata possono colmare la mancanza di connessione umana che il lavoro a distanza ha creato. Spatial sta fornendo un assaggio di quanto possa essere utile questa tecnologia: può rendere il lavoro e l’apprendimento da remoto simile all’essere in un ufficio o in un’aula, piuttosto che trovarsi da soli a casa davanti allo schermo del computer. Ma per arrivarci, come sottolineano i tecnici, la tecnologia ha bisogno di una migliore connettività, ovvero il 5G. Inoltre, i giornalisti americani che hanno provato la tecnologia degli ologrammi tramite visori, lamentano un senso di nausea e lievi giramenti di testa di cui si dovrà tenere conto prima di affidarsi a questa novità. Ma il Ceo della ditta Anand Agarawala ha espresso ottimismo sul fatto che questi problemi saranno risolti con le future versioni del dispositivo: “Andrà meglio nel tempo” ha detto l’ideatore che in un’intervista ha ammesso di essersi ispirato al film sci-fi Minority Report con Tom Cruise.

Ologrammi Smart Working 3D-

Avatar realistici per lavorare con i colleghi in remoto

“Con Spatial il tuo avatar ti somiglia: è una versione robotica di te stesso. Basta registrarsi per un account sul sito web dell’azienda, caricare una foto e dopo si riceve il proprio ologramma 3-D. Quando ho incontrato dei colleghi in Spatial, vedere i loro volti familiari (anche se leggermente più quadrati) ha reso più facile parlare e relazionarsi” ha scritto la giornalista Joanna Stern del Washington Post che ha provato l’effetto con il visore Oculus prodotto da Facebook. E scorrendo il sito Spatial.io si scopre che l’innovazione è già stata usata da ditte del calibro di Mattel, Bnp Paribas nonché l’italiana Enel. A sentire gli esperti, le riunioni con ologrammi in realtà aumentata rappresentano il futuro del mondo del lavoro.

Il primo teatro olografico al mondo per spettacoli


Smart working in 3D: ologrammi per lavorare coi colleghi - Ultima modifica: 2020-10-02T08:32:38+00:00 da Andrea Indiano

Giornalista con la passione per il cinema e le innovazioni, attento alle tematiche ambientali, ha vissuto per anni a Los Angeles da dove ha collaborato con diverse testate italiane. Ha studiato a Venezia e in Giappone, autore dei libri "Hollywood Noir" e "Settology".

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